Cinque anni fa, con una notizia su “Pastiglie Leone”, nasceva il mio blog “A ritmo di export” sul sito del Sole 24 Ore. Obiettivo dichiarato, portare all’attenzione dei lettori la forte propensione dell’impresa italiana – dalla micro alla grande, passando per la vasta galassia delle Pmi – a competere sui mercati esteri. In questo lasso di tempo ho potuto raccontare con articoli approfonditi la storia di più di 220 imprese italiane. Di alcune di esse ho avuto l’opportunità di scrivere per più di una volta (231 i servizi pubblicati a oggi). Centouno di queste storie le ho raccolte nel libro edito dal Sole 24 Ore dal titolo “La carica delle 101 – Diario di viaggio tra le aziende italiane che vanno a trazione mondiale”.
Da allora il sistema dei blog del Sole 24 Ore (WordPress) ha certificato oltre 200mila visualizzazioni. In testa alla classifica le visualizzazioni degli articoli sulla calabrese Caffo (1.893), la piemontese Idrocentro (1.837) e il Materassificio Montalese (1.627). Nei fatti, però, il dato di visualizzazione è notevolmente superiore soprattutto da quando, da oltre un anno, ho cominciato a diffondere gli articoli sui social network. Sono almeno un migliaio a servizio le visualizzazioni sommando quelle registrate sui canali Facebook, Instagram, Twitter, Google e, soprattutto, LinkedIn.
Un lavoro, per me appassionante, alla scoperta delle risorse che stanno ponendo le basi di una ripresa dell’economia italiana. Come al solito, sono le idee e la voglia di costruire (oltre che di innovare e rinnovare la tradizione) degli imprenditori italiani, i fattori decisivi per un buon andamento delle imprese. Da questa esperienza sono nati i miei recenti libri sulla piemontese Balocco (“Volevo fare il pasticcere”, con l’imprenditore Alberto Balocco, 2016, Rizzoli)
e sulla veneta Dormiflex (“Il nostro sogno può continuare”, con l’imprendiore Loris Bonamassa, 2018, Mondadori).
Di prossima pubblicazione (maggio 2018 con l’editore Rubbettino) la storia di Acqua Sant’Anna, l’acqua minerale diventata leader in Italia in soli venti anni per iniziativa del suo fondatore, Alberto Bertone. La storia – un romanzo – sarà presentato al Salone internazionale del Libro di Torino.
Le imprese italiane, dunque, sono fortemente internazionalizzate. Brindo con voi ai cinque anni di “A ritmo di export” parlandovi oggi di “Ramponi Stones and Strass”, l’azienda di Carbonate, in provincia di Como, specializzata nella produzione di pietre e cristalli sintetici. Leader mondiale del settore, la società e la sua storia rappresentano un modello di imprenditoria tutta italiana, spinta dalla passione e dalla voglia di innovarsi. Oggi l’azienda serve tutte le maggiori griff della moda, da Valentino a Chanel, da Fendi a Vuitton, da Louboutin, a Prada, a Gucci, Armani, Stella McCartney e altri ancora.
La società è stata fondata nel 1988 da Alfredo Ramponi (ex nuotatore professionista), nella foto,
che grazie alla passione per la mineralogia e gemmologia ha trasformato l’azienda di famiglia – che fino ad allora aveva operato nell’accessoristica per hifi – in un’impresa attiva nella produzione di pietre e cristalli sintetici per gli accessori moda. Il gruppo ha chiuso il 2016 con 20 milioni di ricavi e un Ebitda del 20% (circa 100 i dipendenti) e il 2017 dovrebbe aver confermato questa cifra (sono in corso le definizioni del consuntivo).
I prodotti di Ramponi girano il mondo: l’export riguarda tutta Europa, l’America e l’Asia, e per sostenere il progetto di internazionalizzazione la società sbarcherà in Borsa, su Aim Italia (il mercato delle piccole e medie imprese) entro, probabilmente, il prossimo autunno, con il supporto di Fabio Arpe e la sua merchant bank dedicata alle Pmi, Arpe Group.
Nel 2006 la società ha brevettato il “taglio Ramponi”. Le pietre Ramponi, costituiscono uno dei punti di forza dell’azienda. Divise in First Quality e High Quality, sono di cristallo sintetico, così detto in riferimento alle plastiche nobili utilizzate per realizzarle. Grazie alla capacità di riflettere tutte le caratteristiche del vetro, sembrano pietre preziose. Esse hanno colori brillanti, in grado di riflettere la luce, e sono disponibili in diverse forme, con e senza fori e con varie sfaccettature, quali cabochon, millefacce, piatte… Ramponi ha deciso di renderle anche termoadesive, per soddisfare le richieste del mercato della moda.
Nel 2005 l’azienda ha diversificato anche nella borchia in Abs (di cui e’ leader mondiale). La carta vincente per l’azienda è stata la produzione di borchie in Abs con chiodino, conosciute anche come borchie a rivetto. Grazie all’infinità di forme e colori offerti, Ramponi ha potuto dare vita all’estro di ogni designer.
Per un tocco di raffinatezza in più, Ramponi offre anche le borchie griffate targate Swarovski. Con un mix tra borchia strass e graffe, il griffato Swarovski dà vita ad abiti, borse e scarpe. L’azienda ha selezionato per i suoi clienti i colori più raffinati e le dimensioni più ricercate. Borchie griffate, adatte a chi cerca soluzioni pratiche, senza rinunciare alla luce garantita dall’esperienza Swarovski.