Non ne fa mistero: tra i suoi obiettivi principali per il 2017 c’è la volontà di concorrere al bando per il padiglione Italia alll’Expo universale di Astana, capitale del Kazakistan. Ma nel suo “palmares” si contano già quattro partecipazioni negli allestimenti della rappresentanza italiana ad altrettante Expo universali: dalla prima, nel lontano 1907, a Milano, a quella – dopo una lunga parentesi – del 1985 a Tsukuba, in Giappone; fino all’Expo di Saragozza, in Spagna, nel 2008 e a quella di Yeosu, in Corea del Sud, nel 2012. Senza dimenticare l’allestimento della presenza italiana all’Expo floreale a Venlo, in Olanda , sempre nel 2012. Alla recente Expo di Milano (2105) ha lavorato per il Padiglione Giappone. Sono, questi, i fiori all’occhiello di un’azienda di valore internazionale e con 136 anni di storia alle spalle, la Way, con sede a Rho (dal 2005 dopo una lunga e storica permanenza in Milano), specializzata in architettura temporanea, nell’exhibition design e nell’interior decoration:i allestimenti per congressi, conferenze, convention, eventi, fiere commerciali, mostre culturali, ambientazioni d’interni e di punti vendita. Tra gli allestimenti recenti spicca anche quello realizzato al MiCo di Milano in occasione del semestre della presidenza italiana dell’Unione europea. ( Il sito internet di Way spa ) ; ( Alcuni video aziendali )
“Agire sui mercati esteri – spiega l’amministratore delegato Massimiliano Vaj, quarta generazione alla guida della società, presieduta dal padre Pierpaolo – è più complicato per aziende di servizi come la nostra, non trattando beni. Per noi la parola export significa seguire fisicamente la committenza italiana sui mercati esteri e realizzare per essa allestimenti che prevedono un pacchetto completo di opere: ideazione, progettazione, montaggio e smontaggio. Lavorando in questo modo ogni anno tra il 20 e il 30 per cento del nostro fatturato deriva da attività all’estero”. Un chiaro esempio di che cosa significhi accompagnare la committenza all’estero è nel rapporto che lega da anni la Way e il Salone del Mobile di Milano: “Dal 2005 al 2010 – aggiunge l’ad dell’azienda milanese – abbiamo curato l’edizione del Salone a New York e da dieci anni, compresa l’edizione 2016, allestiamo la versione russa della fiera, I Saloni Worldwide Moscow, al Crocus Expo)”. La Way – con un fatturato in crescita costante negli ultimi tre anni, dai 9,5 milioni del 2013 agli 11 del 2014 fino ai 13 milioni dell’anno scorso, dunque in ripresa rispetto ai 20 milioni del 2008 in periodo pre-crisi – conta sul lavoro di una settantina di persone “specializzatissime”: “Le nostre conoscenze – spiega Massimiliano Vaj – spaziano dalle costruzioni di padiglioni temporanei alla carpenteria e alla falegnameria, dalla grafica di grande formato fino alle più alte risoluzioni di stampa, dall’elettrotecnica fino ai sistemi AV, dalla confezione di tessuti alla scenografia. La nostra forza poggia su un gruppo molto eterogeneo e professionalmente avanzato di architetti, ingegneri, grafici e scenografi che lavorano per trasferire dalla progettazione alla realizzazione tutti i concept design, dal più innovativo al più tradizionale”. Tra i clienti privati internazionali che da più tempo utilizzano i servizi della Way compaiono i nomi di Flou, il gruppo FFG (macchine utensili), Hermes, Mitsubishi, Riello, per citarne alcuni.
Da diversi anni la Way di Rho è impegnata in ambito culturale, nella partecipazioni a importanti mostre, come le recenti su Raffaello, Rodin e Cezanne. In questo ambito, significativa la collaborazione con 24 Ore Cultura. La strategia di acquisire clienti e accompagnarli nelle loro iniziative all’estero mostra come la Way “non sviluppi un proprio marketing espansivo oltre i confini italiani e questo vuol dire – aggiunge l’ad – che dipendiamo molto dalla forza della nostra clientela. Ne discende che se il sistema Italia all’estero è sostenuto anche aziende come la nostra, e del nostro comparto, possono essere più competitive. E’ quello che è successo in Germania: non per nulla le imprese del settore allestimenti sono forti e presenti anche in mercati nuovi come quelli asiatici, India e Cina, principalmente, perché l’azione del governo è molto orientata alla presenza estera delle proprie attività imprenditoriali”. Massimiliano Vaj ne parla con ragione di causa, guidando la quarta impresa italiana del settore per valore del fatturato e la seconda per numero di dipendenti, ma anche per il fatto di essere il presidente dell’associazione di categoria, la Asal, come già il padre, Pierpaolo, che la presiede per 21 anni, dal 1985 al 2009 portando il numero di iscritti da poche unità ai circa 300 membri (numero che è rimasto stabile negli ultimi anni) e che nel 1998 è il fautore dell’ingresso di Asal in FederlegnoArredo.
La storia di Way
“Attraverso quattro generazioni della stessa famiglia di imprenditori – sottolinea Massimiliano Vaj – la nostra società ha attraversato tre secoli nel settore dell’architettura temporanea”. Intorno al 1880 Mosè Vaj, fonde la propria attività di tappezziere per arredamenti e teatri con una società specializzata in addobbi e apparati per cerimonie. Nel 1916 Way risulta tra le prime ditte individuali ad essere inscritta alla Camera di commercio di Milano. La mutazione nel nome dell’azienda ha un significato, ovviamente: “Per distinguere la società dalla famiglia si sceglie la ragione sociale Way per dare un tocco di internazionalità in un epoca non ancora globale”.
Virginio Vaj subentra al padre intorno al 1925. Sviluppa l’attività avviata e integra la produzione investendo nella falegnameria, nella carpenteria metallica leggera, nell’illuminotecnica e nella decorazione pittorica. È presidente dell’associazione tappezzieri italiana e partecipa nel dopoguerra alla ristrutturazione del Teatro alla Scala e al rilancio della Triennale di Milano nel Palazzo dell’Arte. Virginio Vaj Inizia l’attività di allestimento stand alla Fiera di Milano che nelle prime edizioni si svolgeva all’aperto in Porta Venezia.
Nel 1948 costruisce una nuova sede di 5mila metri quadrati in via Bruto a Milano. L’azienda continua l’attività per tutti gli anni 50 e 60 soprattutto in allestimenti all’interno della storica sede di Fiera Milano in piazza Giulio Cesare. Way è stata fornitore ufficiale di Ente Fiera Milano dagli inizi del 1960 alla finedei 90. L’attività prosegue oltre che nella Fiera Campionaria anche nelle prime fiere di settore, nelle inaugurazioni, nelle cerimonie nelle mostre d’arte. All’attività di allestimento e arredamento su progetto si affianca anche quella di noleggio di arredi.
Nel 1958 entra in azienda Pierpaolo Vaj che lavorerà a fianco al padre fino alla sua scomparsa nel 1974. Pierpaolo imprime alla società una forte crescita dimensionale che renderà necessario ampliare gli investimenti in nuovi depositi alle porte di Milano. L’attività di impresa continua approfondendo in modo sempre più professionale e specialistico il settore degli allestimenti fieristici, ma con ampi interventi negli eventi di tipo congressuale, culturale e commerciale . L’attività di arredamento su progetto e di arredi a noleggio permangono come attività complementari, insieme con la tappezzeria teatrale.
Nel 1980 Way ditta individuale, diventa Way spa, Presidente Pierpaolo, con una configurazione societaria sempre legata alla famiglia Vaj e con una struttura che non verrà mai modificata. Nel 1994 entrano in società Massimiliano, che affianca Pierpaolo con la carica di amministratore delegato, e Giorgia, attualmente consigliere delegato. Nel 2002 inizia la ricerca di spazi per una nuova grande sede e nel 2005 viene inaugurata la sede di Rho.
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